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21.2.05


Giochini innocenti


Tanto per iniziare la settimana da ottimisti. Prendendo spunto da una citazione di Manhattan, di Woody Allen: "Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter ... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracy!". Io avrei un'altra lista (quale stupore!). Che comincia così: Mia nipote, i miei due gatti, diversi amici, alcune cose di Pirandello, Foscolo e D'Annunzio, l'opera omnia di Brecht, alcune poesie di Else Lasker-Schüler; il requiem di Mozart, le sonate e i concerti di Vivaldi, alcune cose di Telemann; diverse cose di Peter Gabriel, Mike Oldfield, Marc Knopfler, De André e Dalla; Raffaello, Botticelli, Van Gogh, Turner, Jawlensky, la Lempicka e la Kahlo e qualche altro del Novecento. Strana la vita, tortuosa la via - dite la vostra, ché ho detto la mia ...

UPDATE: Titti ha ripreso il gioco nella sua casetta dei giochi. Per lei le cose per cui val la pena di vivere sono: "I miei "3" ragazzi, la macchina fotografica, i film di Kurosawa e di Frank Capra, Mozart e De André e qualcosa di Cohen, le poesie della Szymborska, Kleist Goethe e Shakespeare, il miomare, la Pietà Rondanini, Van Gogh Picasso e il canestro di frutta del Caravaggio, i pavimenti ondulati di Hundertwasser, i vetrini blu che si trovano in spiaggia, i baci e gli abbracci, le spighe di lavanda, il plumbago". (ma cos'è il plumbago?)



14.2.05


Quei sorrisi virtuali ... (3.2)


Per la serie: una promessa è una promessa è una promessa ...




Un’altra vecchia conoscenza della sottoscritta è la Glaucy, che ovviamente chiama con sé l’inseparabile GraYcie, l'adorabile figliola quattordicenne. La storia di Glaucy, almeno all’inizio, è un po’ una storia di trasmigrazioni. Quando l’ho incontrata bloggava su Clarence (tutta la mia ammirazione! MT è un linguaggio che mi son sempre rifiutata di apprendere …). Ben presto però Glaucyina è entrata in contrasto con i gestori suddetti, per le pubblicità sgradite che si trovava pubblicate sulla barra d’ingresso (quella in alto, per intenderci). Ed è passata a ‘bloggers.it’. Ma anche qui ha trovato tutta una serie di difetti, fino a decidersi a testare Splinder. E qui si è fermata. La GraYcie, che io mi ricordi, è invece sempre stata su Splinder (anche se cambia spesso 'arredamento' alla sua casetta, essendo brava con l'HTML). E’ stato uno spasso veder Glaucy migrare borbottando di host in host, trovando sempre qualcosa da ridire, per atterrare infine su quella che sembra essere la sua ‘casetta’ definitiva (almeno per ora). A dire il vero, ogni post chez Glaucy è fonte di sghignazzate: sia per la vena umoristica sua che per il modo in cui Grace bonariamente la prende in giro. In estate si sono inventate i tautogrammi (e la cosa è andata un po’ a scapito del povero Simo ...): da morir dal ridere! Lo stesso vale per i passaggi di Glaucyina nei commenti: ti strappano sempre un sorriso (soprattutto quelli fintamente incazzosi). Eppoi: che conforto per le mie inclinazioni ‘consumistiche’ (e bonifica per i miei sensi di colpa) sapere che non son la sola ad entusiasmarmi per C.S.I. o Ben Stiller!!! Grazie, ragazze: continuate, eh, mi raccomando!

P.S. Buon Valentino a tutti!!!




7.2.05


Parole in libera uscita




Cento ne pensa e altrettante ne fa. Parlo (sarà già chiaro dalle iconcine) di Pietro B. Il nostro propone ora un interessante baratto: la voce dei blogger in cambio di un libro; registriamo un .mp3 con una nostra lettura, o mini-intervista, o altro, e lui regalerà un libro da una lista scelta. Stavo per farlo, nel fine settimana: ma un'Ecatina cavernosa di influenza strisciante e al rallentatore per sinapsi intasate non sarebbe stato il massimo. Recupererò appena mi passa la tosse. Intanto diffondo. Divertentissimi anche gli .mp3 con gli appunti vocali dello stesso Pietro, un vero Audio Reality Show, che il nostro ha 'inciso' in auto andando al lavoro (con sottofondo di stridìo di freni, cambio di marce e rombi di camion). Tutta la mia ammirazione! Se mi ci fossi provata io, notoriamente dotata di multitasking difettoso, fra fili, microfono, volante e cambio, credo che ora la mia auto (che non è una Punto bordeaux come quella di Pietro) ne porterebbe dolorosamente il segno. E mi sa che le RC auto ancora non prevedono i blog fra i fattori di rischio per la circolazione ...


3.2.05


Quei sorrisi virtuali ... (3.1)




Riprendono i ritratti di blogger. Per la verità con qualche distinguo. Mi succede anche nella vita reale (e non me ne spiego il perché). Mi affascinano le donne. Intendiamoci: Ecatina (come chiunque la conosca sa bene) è indubitabilmente etero. Ma vanta diverse amicizie femminili, di età diverse, di personalità lontanissime l'una dall'altra, tutte accomunate, forse, dal possedere una intensità fuori dal comune - e un profondo attaccamento alla vita. Ecco, le bloggeuse (uso questo termine perché più elegante di altri che pure ho visto usare in rete) sono un mondo a sé. Quelle che leggo tutte diverse l'una dall'altra - ognuna dai mille volti, ciascuna con immagini segrete, riposte sulla metà in ombra della luna, ognuna però, se appena glielo chiedi, disposta a raccontarsi anche nelle ombre. Penso, ad esempio, a Clelia di Aletheia, donna di cultura spaventosa, che ogni giorno regala ai suoi lettori frammenti del suo caleidoscopio di interessi, e ti legge e risponde con inusitata dolcezza. Penso a Floria (Lorenza) di Contaminazioni, che con invidiabile costanza produce post-fiume sul suo lavoro, sui libri in lettura, sull'educazione alla cultura e alle 'forme miste' di quest'ultima impartite a figli ed allievi (e sempre con determinazione e accanita passione). Penso a Nupina, vecchia conoscenza dei miei trascorsi splinderisti, con le sue poesie, i suoi post e i suoi commenti quasi ottocenteschi, per il modo in cui dicono e non dicono, per la dolcezza che ne traspira, per l'attenzione di densità quasi solida che ne traspare. O alla 'nuova arrivata' 21venti, da me subito ribattezzata 'Miss Twentyone', dato che non mi piace 'chiamarla' con un numero, la mia 'quasi concittadina' più giovane, ricca di aneliti e di interessi e letture. Son solo frammenti di donna, 'sguardi nel vento' (per parafrasare una raccolta di poesie), e parole volatili. Ma è come fossero - in qualche modo - frammenti di me.


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